mercoledì 7 febbraio 2018

I subdoli 5 Stelle proseguono le politiche mondialiste




In Italia, l’86% delle transazioni avviene ancora in contanti. Eppure l’utilizzo della moneta elettronica, da un lato aiuterebbe nella lotta contro l’evasione fiscale; dall’altro ridurrebbe il costo di  gestione del contante ma che secondo i dati della Banca d’Italia ammonta a circa 8 miliardi di euro all’anno. Con questo obiettivo, il programma dei 5 Stelle punta ad “assicurare che venga reso conveniente l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento sia con l’eliminazione, o comunque un significativo abbattimento, dei costi fissi del terminale POS, sia con l’abolizione delle commissioni bancarie sui pagamenti, eventualmente anche mediante forme di defiscalizzazione che contemplino il riconoscimento di un credito d’imposta agli esercenti che ancora non si sono dotati degli strumenti necessari al pagamento elettronico, per incentivarli al loro utilizzo”. Una rivoluzione copernicana rispetto al contesto attuale in cui le banche aumentano i costi a carico dei clienti – dai prelievi ai bancomat al canone per la carte di credito – per recuperare i mancati introiti legati al taglio delle commissioni bancarie a livello europeo. I 5 Stelle vogliono anche “verificare le opportunità di sviluppo e diffusione di ulteriori sistemi di pagamento elettronico, alternativi al POS (quali, a solo titolo esemplificativo, il Quick Image Payment e i Bitcoin), al fine di proseguire nella costante e progressiva eliminazione dell’utilizzo del contante”.

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