mercoledì 21 febbraio 2018

Il proletariato con lo smartphone


Testo di Dario Dabizzi



Stanno già iniziando a morire i nonni, portandosi nella tomba le loro pensioni e le loro reversibilità, e un'intera generazione di nipoti, acculturati, laureati, precari, non percepirà più la paghetta che consente loro di prendere una pizza il sabato sera e comprare i preservativi per il sabato sera dopo la pizza. E quando inizieranno a morire i genitori, portandosi nella tomba le loro pensioni e le loro reversibilità, la stessa generazione di figli, acculturati, laureati, precari, dovrà capire come pagare le bollette di una casa di proprietà diventata improvvisamente gravosa. Per chi ce l'ha: chi è in affitto si arrangerà. La mamma rincoglionita in carrozzella sarà nutrita a Gerovital e acquasanta, perché se trapassa si porta con sé la possibilità neppure di farsi tre giorni a Fregene, ma proprio di comprare gli omogeneizzati, ché Fregene se ne parla l'anno prossimo. Ma la vecchia trapasserà e con essa la sua reversibilità. E vedremo in vendita appartamenti troppo grandi per essere mantenuti, acquistati per un pugno di soldi dai soliti noti, sfruttando la difficoltà contingente, che contingente non è, perché si tratterà di emergenza sociale strutturale consolidata. E un boom di richieste per sistemazioni più modeste, periferiche, "transitorie" per una vita intera.


E quella generazione di persone, senza più rete protettiva familiare, ormai adulte, acculturate, laureate, precarie, si ritroverà con i figli messi al mondo - per chi li ha avuti/potuti avere - arrabattandosi tra una frittura di patatine e un contratto a due mesi. E dovrà contare solo su loro, i figli appunto, non avendo non dico un futuro ma neppure un presente. I figli come unica risorsa. Sta per nascere un nuovo proletariato, con lo smartphone in mano. Ma il penultimo modello, ché quello nuovo costa, signora mia. E voi state a pensare agli immigrati!

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